Negli ultimi anni ho formulato la stessa domanda in varie forme, rivolgendola a nessuno, a me stesso, ad amici. La domanda assume diverse forme, ma la più semplice, sebbene soggetta a interpretazioni, potrebbe essere la seguente:
Possiamo ideare un test che dimostri se esista o meno qualcosa che l'essere umano non può pensare?
Immagino che questa questione sollevi molte incertezze. Cosa si intende per "pensare"? Prima di immergerci nella discussione, potremmo fare alcuni esempi per complicare ulteriormente la questione. Prendiamo un cane affettuoso e intelligente, ad esempio un labrador. Questo cane è in grado di comprendere richiami verbali, espressioni facciali e, anche in assenza di comandi diretti, può dedurre dal contesto ciò che sta accadendo. Ora supponiamo di voler insegnare al cane a fare somme. Forse, con qualche artificio, riusciremmo ad insegnargli a fare piccole somme. Ma se volessimo insegnargli a risolvere equazioni di secondo grado o a distinguere tra ironia e sarcasmo? O ancora, a mettere in atto una strategia per essere promosso nella scuola dei cani guida per ciechi. Immagino che troveremmo qualcosa che, anche avendo a disposizione un cane immortale e tempo infinito, il cane non potrebbe mai comprendere. Non perché non sia in grado di farlo, ma perché non può concepirlo (un sinonimo del pensare di cui sopra).
Non so se l'esempio abbia semplificato la domanda o l'abbia resa più complessa. Ora cercherò di delineare con maggior chiarezza il problema. Supponiamo di incontrare una razza aliena che manifesti un comportamento sconosciuto per noi. Tale comportamento è il risultato di un'emozione che noi non proviamo, ma che possiamo descrivere come un misto di paura e sorpresa e che ha effetti particolari sulla fisiologia di questi esseri. Anche se non siamo in grado di sperimentare questa emozione, abbiamo tutti gli strumenti per descriverla e comprendere i suoi effetti. Riusciamo a concepirla; quindi, un'emozione del genere non dovrebbe essere annoverata tra le cose che non possiamo pensare. Vale a dire, l'incapacità di sperimentare qualcosa non la rende impensabile. Senza dover ricorrere a esseri alieni, possiamo affermare lo stesso anche per il concetto di infinito e argomenti simili.
È importante notare che se esistesse qualcosa che l'essere umano non può pensare, non saremmo neanche in grado di descriverla, definirne i contorni o studiarla. Proprio come un cane non potrebbe descrivere l'empatia. Pertanto, la mia domanda non è se esista qualcosa che non possiamo pensare, ma piuttosto se possiamo dedurre l'esistenza o meno di tale categoria di cose, indipendentemente da cosa essa sia. Ipoteticamente, sarebbe interessante comprendere se possiamo mettere in atto un ragionamento logico o un test empirico che dimostri che tale categoria di cose esista o non esista, poiché l'intelligenza umana è universale e può comprendere tutto. Un'altra formulazione della domanda potrebbe essere: l'intelletto umano è universale?
Se consideriamo il pensiero umano e le cose pensabili come un sistema, vogliamo capire se, dall'interno del sistema, possiamo dedurre che il sistema è limitato, se ha confini e, eventualmente, se esista qualcosa al di fuori di tali confini. Se qualcosa esistesse al di fuori di questo sistema, saremmo certi che non potremmo mai sapere cosa sia. Potremmo solo sapere che esiste, ma non sapremmo quanto sia grande l'insieme delle cose impensabili.
Intuitivamente, potremmo essere inclini a credere che tale insieme esista, che non ci siano ragioni per credere che il nostro intelletto sia universale, ma la congettura va dimostrata. Diamo per un attimo per scontato che il nostro intelletto non sia universale e che l'insieme di cose pensabili sia limitato (forse infinito ma comunque limitato). In questo contesto, avrebbe senso chiedersi se fosse possibile trovare un modo per capire se tale limite esiste o meno. In altre parole, possiamo creare un meta-ragionamento che capisca l'esterno del sistema dal suo interno? Io credo che ciò non debba essere escluso. L'intelletto umano non è un sistema formale per cui sappiamo già che questo è possibile, ma nonostante ciò, credo sia legittimo quantomeno tentare.
Quale forma dovrebbe avere questo test? Nonostante ci abbia riflettuto, non sono in grado di proporre una risposta. Verosimilmente potrebbe essere un test di carattere logico: supporre che tale insieme di inconcepibilità esista e dimostrare, ad esempio, che sarebbe una contraddizione logica o viceversa. Ma a questo punto sorge la domanda: e se tale sistema esistesse al di fuori della nostra logica? Così, la domanda si ripresenta sotto un'altra veste: la logica di cui siamo capaci è universale? L'universo è regolato soltanto dalla nostra logica? Qualcosa ci sfugge? Se esistesse un'altra logica, per esempio in un universo alternativo, la nostra intelligenza sarebbe completa soltanto se fosse possibile descrivere questo universo e questa logica. Se esistesse semplicemente un universo in cui un'altra logica regolasse gli eventi, non potremmo dire che esiste qualcosa al di fuori del nostro concepibile se fossimo in grado di osservarla e descriverla.
Più la domanda viene formulata e sviscerata, più sembra che non abbia senso. Questo è decisamente un risultato possibile: la domanda in sé è priva di senso. Sarebbe interessante parlare anche di questa eventualità, ma la lasciamo da parte per ora solo per portare la discussione su un binario secondario.
Dimentichiamo per un attimo l'idea di voler creare il test di cui abbiamo parlato e diamo per scontato che esista un insieme di concetti inconcepibili per l'essere umano. Non importa quali, e non è nemmeno necessario dimostrarne con certezza l'esistenza. Poiché questi concetti possono avere effetti sull'universo che ci circonda, è possibile che abbiamo avuto a che fare con tali effetti?
L'immagine che vorrei proporre è quella di una bolla non trasparente. Noi vediamo questa sfera; mentre rotola, ha effetti sulle nostre vite che possiamo vedere. Piega i fili d'erba quando vi passa sopra, e dobbiamo spostarci per farla passare. Nonostante i suoi effetti siano molto visibili, noi possiamo solo vedere l'esterno, solo i suoi confini. Non sappiamo e non potremo mai sapere cosa c'è all'interno. Nel tentativo di descriverne il perimetro, saremmo limitati perché dovremmo fare congetture sul suo contenuto per spiegarne i contorni, senza mai poter essere precisi. A questo punto sorge una domanda interessante: abbiamo incontrato qualcosa che somiglia a quanto descritto?
Abbiamo osservato qualche bolla e ci siamo accontentati di descriverne i confini? Forse ci siamo persino convinti che i confini siano tutto ciò di cui è fatta la bolla? Io credo di sì, ritengo che abbiamo alcuni buoni candidati.
Un esempio potrebbe essere il concetto di "causa prima". La domanda "perché esiste l'universo invece di non esistere". Ci sono chiaramente molte risposte apparenti a questa domanda, alcune di carattere trascendentale (dio, il tutto), altre meno metafisiche. Il punto è che non abbiamo una risposta a questa domanda. Forse stiamo osservando i confini della bolla? Il problema non è quale sia la risposta corretta, ma semplicemente che non possiamo pensare la risposta corretta? Potremmo stare osservando il perimetro dell'insieme delle cose impensabili?
Mi scuso se vi lascio, come ho iniziato, con un'altra domanda.
English version (automatic translation)
In recent years, I have posed the same question in various forms, addressing it to no one, to myself, to friends. The question takes on various forms, but the simplest, though subject to interpretation, might be the following:
Can we devise a test that demonstrates whether something exists that the human being cannot think?
I imagine that this question raises many uncertainties. What is meant by "thinking"? Before delving into the discussion, we could provide some examples to further complicate the issue. Let's take an affectionate and intelligent dog, for example, a Labrador. This dog can understand verbal cues, facial expressions, and even in the absence of direct commands, can deduce from the context what is happening. Now, suppose we want to teach the dog to do additions. Perhaps, with some artifice, we could teach it to do small sums. But if we wanted to teach it to solve quadratic equations or distinguish between irony and sarcasm? Or even implement a strategy to be promoted to the guide dog school for the blind. I imagine we would find something that, even with an immortal dog and infinite time, the dog could never comprehend. Not because it can't do it, but because it cannot conceive it (a synonym for the thinking mentioned above).
I don't know if the example has simplified the question or made it more complex. Now I will try to outline the problem more clearly. Suppose we encounter an alien race that exhibits behavior unknown to us. This behavior results from an emotion we do not experience, but we can describe it as a mixture of fear and surprise and has particular effects on the physiology of these beings. Even though we are unable to experience this emotion, we have all the tools to describe it and understand its effects. We can conceive it; therefore, such an emotion should not be counted among things we cannot think. In other words, the inability to experience something does not make that something unthinkable. Without resorting to alien beings, we can say the same for the concept of infinity and similar topics.
It is important to note that if there were something the human being cannot think, we would not even be able to describe it, define its contours, or study it. Just like a dog cannot describe empathy. Therefore, my question is not whether something exists that we cannot think, but rather whether we can deduce the existence or non-existence of such a category of things, regardless of what it is. Hypothetically, it would be interesting to understand if we can implement logical reasoning or an empirical test that proves that such a category of things exists or not because human intelligence is universal and can comprehend everything. Another formulation of the question might be: Is human intellect universal?
If we consider human thought and thinkable things as a system, we want to understand if, from within the system, we can deduce that the system is limited, if it has boundaries, and eventually, if there is something outside of those boundaries. If something existed outside of this system, we would be certain that we could never know what it is. We could only know that it exists, but we would not know how vast the set of unthinkable things is.
Intuitively, we might be inclined to believe that such a set exists, that there is no reason to believe that our intellect is universal, but the conjecture needs to be proven. Let's assume for a moment that our intellect is not universal and that the set of thinkable things is limited (perhaps infinite but limited). In this context, would it make sense to ask if there is a way to understand whether this limit exists or not? In other words, can we create a meta-reasoning that includes the outside of the system from within? I believe that this is not to be excluded. Human intellect is not a formal system, so we already know that this is possible. However, despite this, I think it is legitimate to at least try.
What form should this test take? Despite thinking about it, I cannot even propose an answer. Likely, it could be a logical test: assume that such a set of inconceivability exists and demonstrate, for example, that it would be a logical contradiction or vice versa. But at this point, the question arises: what if this system existed outside of our logic? Thus, the question reappears in another form: Is the logic we are capable of, universal? Is the universe governed solely by our logic? Is something escaping us? If another logic existed, for example, in an alternative universe, our intelligence would be complete only if this universe and this logic were describable. If there were simply a universe where another logic governed events, we could not say that there is something outside our conceivable if only we were able to observe and describe it.
The more the question is formulated and dissected, the more it seems to make no sense. This is definitely a possible result: the question itself is meaningless. It would be interesting to talk about this possibility too, but we leave it aside for now just to bring the discussion onto a small secondary track.
Let's forget for a moment about wanting to create the test we talked about, and let's take for granted that there is a set of concepts inconceivable for humans. No matter which ones, and it is not even necessary to prove with certainty that they exist. Since these concepts can have effects in the universe around us, is it possible that we have dealt with such effects?
The image I would like to propose is that of an opaque bubble. We see this sphere; as it rolls, it has effects on our lives that we can see. It bends the blades of grass when it passes over them; we have to move to let it pass. Despite its effects being very visible, we can only see its exterior, only its boundaries. We do not know and will never know what is inside. In describing its perimeter, we would also be limited because we would have to make conjectures about its content to explain its contours without ever being able to be precise. At this point, an interesting question arises: Have we encountered something resembling what was described? Have we observed some bubble and contented ourselves with describing its contours? Perhaps we have even convinced ourselves that the contours are all that makes up the bubble? I believe so, that we have some good candidates.
An example could be the concept of "first cause." The question "why does the universe exist instead of not existing?" There are clearly many apparent answers to this question, some transcendental (God, the whole), others less metaphysical. The point is that we do not have an answer to this question. Perhaps we are observing the contours of the bubble? The problem is not what the correct answer is but simply that we cannot think the correct answer? Could we be looking at the perimeter of the set of unthinkable things?
I apologize if I leave you, as I started, with another question.